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17 Giu
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Intervista all'autore - Michele Rosato

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?

Sono nato e vivo tutt’ora in un paese bello e martoriato, dove in maggior parte si svolge la vicenda del mio romanzo. Lenola, cosi si chiama, è stata più volte saccheggiata dai briganti e poi dal pirata Barbarossa. Nel 1944 i liberatori americani la bombardarono a tappeto seppellendo oltre alla sua storia numerose vittime. Il borgo, rinato dalle macerie, è oggi meta di turisti e villeggianti. Situato in collina a metà strada tra Roma e Napoli, dista dal mare solo pochi km, è collegato al Santuario Basilica della "Madonna del Colle", da una maestosa scalinata resa artistica dai circa 100 mosaici in essa posati. La passeggiata con vista mare e isole Pontine, l'ha fatta definire dal Re Vittorio Emanuele III "il panorama più bello d'Italia". Paese di cultura, arte, sport, musica, cinema (Festival int. dei Corti "Inventa un Film"), offre tra l'altro una cucina che insieme all'olio e l'aria salubre è forse la ragione primaria dell'esistenza di numerosi centenari.




2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?

Mi sento di consigliare un buon libro di favole, perché' oltre ad essere gradevole e scorrevole, alla fine di ognuna di esse c’è sempre un insegnamento, una morale che se recepita non può fare che bene a chi sta vivendo in un'epoca che ci allontana sempre più dai principi basilari della vita e della famiglia. Poi presuntuosamente voglio consigliare di leggere il mio libro in cui c’è molto che i ragazzi non sanno e dovrebbero sapere, un tuffo nel passato potrebbe rivelarsi un bagno purificatore!



3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ e-book?

Non mi vergogno di dire che a me la tecnologia, anche se utile, mi spaventa, mi mette ansia. È chiaro quindi che preferisco il cartaceo.Io credo che un libro sia come un focolare, deve essere di compagnia, anche quando è chiuso ti deve far sognare, ti deve incuriosire e indurti a pensare quale storia o epoca possa essere racchiusa nello stesso. Sfogliare le sue pagine poi è un gesto che non può essere sostituito dal freddo e fulmineo sfiorare di uno schermo! Non si può sostituire una carezza con un timido ed impersonale contatto.



4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?

Io credo sia come un'amante, a tempi di forte passione, possono succedere periodi in cui non sei presente, non la cerchi, ti nascondi. E se ti imponi forzatamente di incontrarla rischi di rimanerne deluso, incapace di tirare fuori parole e sentimenti.



5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

L'idea non è recente ma vecchia quasi quanto me. Avendo letto da ragazzo un diario di mio padre, fin da allora nel mio intimo avevo deciso di ricavarne un libro. La drammaticità della vicenda però mi spingeva ad archiviare in un angoletto del mio io, quel triste ricordo, forse sperando così di cancellare la tragedia che aveva vissuto mia madre. Negli ultimi anni, riflettendoci mi sono deciso a scriverlo perché con il mio comportamento stavo diventando complice di quella schiera che ancora oggi si affanna nel tenere nascosta la barbarie di quel periodo sciagurato.



6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?

Non ho velleità di inviare messaggi. Ogni lettore forse troverà qualcosa che per lui sarà un messaggio, io spero solo di trasmettere emozioni. Negli ultimi tempi però ho voluto sondare se i giovani fossero al corrente di questi accadimenti e credo che almeno il 90% ne sia all'oscuro. Se il mio libro riuscirà a fissare nella loro mente quel triste passato, allora sarò felice di aver contribuito a tramandare una memoria storica che andava spegnendosi.



7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?

A undici anni, in occasione del Centenario dell’Unità d'Italia, un mio tema sull'argomento, fu premiato con 5000 delle vecchie lire. Se mai ci fosse stato un momento in cui avrei potuto pensare di diventare uno scrittore, sarebbe stato forse quello, ma non l'ho pensato!



8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?

Ce ne sono tre collegati tra di loro. Nel primo, ho negli occhi le lacrime di mia moglie alla lettura del libro, ma mi sono detto: "È più che normale, mi vuole bene, non fa testo." Nel secondo, rivedo l'espressione attonita di un'amica, giornalista di "Repubblica", che dopo aver letto un determinato capitolo, porta le sue mani a coprirsi la faccia e dalle sue labbra escono le parole: "Mamma mia...!" Terzo ed ultimo episodio, Eliane, giornalista francese, alla lettura di qualche passo si emoziona e mi emoziona al punto da convincermi definitivamente alla pubblicazione del romanzo. Se tre indizi possono costituire una prova, è garantito o almeno sperabile che questo scritto emozionerà anche il lettore.



9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?

All'inizio è stato difficile ma non ho mai pensato di arrendermi. Quando poi il libro ha incominciato a prendere corpo, l'ho sentito subito come una creatura mia e tutto è cambiato. I sacrifici non sono stati più tali ed il piacere di vederlo crescere aumentava la mia sicurezza facendomi innamorare dell'idea che altri avrebbero potuto rivivere le mie emozioni o provarne di nuove.



10. Il suo autore del passato preferito?

Non so se sia il mio preferito, ma Dante Alighieri è quello che mi viene subito in mente quando mi si chiede di un grande del passato. Lui è il massimo, è colui che ci ha aperto la mente, rendendoci possibile un'immagine dell’aldilà. Quale lettore non si sarà costruito una visione propria dell'Inferno, del Paradiso, del Purgatorio e del Limbo? Basterebbe solo questo a rendere immenso questo grandissimo genio della scrittura, ma poi in ogni suo verso troviamo poesia, storia, allegoria e tanto altro che lo rendono secondo me "Il Maestro Unico".



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Credo sia una cosa utile essenzialmente per i non vedenti. Il lettore, che diventa ascoltatore, oltre ad essere privato del rito dello sfogliare le pagine, in questo caso, dipende anche dal tono e dall'emozione che riuscirà a trasmettere chi legge. Ci sono troppe distrazioni che non possono essere controllate da chi ascolta. Non mi piace.


 

 

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